Il paesaggio: geologia poetica

Poesia della Montagna

‘In pochi luoghi d’Emilia è evidente, come nel caso della montagna parmense, il nesso tipicamente medievale tra luogo naturale fortificato ed insediamento umano. […] piccoli nuclei abitati apparentemente senza storia in cui tuttavia è ancora oggi possibile cogliere le ultime immagini di una tradizione culturale anonima e popolare che affonda le sue radici direttamente nel più antico retroterra storico, assommando e fondendo tra loro ritmi, credenze e superstizioni che forse non hanno età’. Giuliano Cervi, Guida all’Appennino parmense, Ed. Battei, 1987

Borgo medievale

Il borgo di Contile

Contile, antico borgo del Comune di Varsi, in provincia di Parma, si erge su un’altura dell’Appennino Tosco-Emiliano posta tra due valli, la Val Ceno e la Val Taro e confina con Solignano. Il fiume Taro e il torrente Ceno, per leggenda fratelli rivali, nascono dal monte Penna, solcano le due valli e si incontrano a Fornovo di Taro. Sullo sperone più alto, domina il borgo, la chiesa medievale di San Leonardo. Una targa bianca sulle mura di pietra ricorda il poeta Francesco Zanetti, nato nella vicina corte di Carpadasco e battezzato proprio a Contile nel 1870. La canonica è oggi sede di PoetiCa’, casa per poeti e amanti della montagna. 

Origini poetiche

Oceani invisibili

Una volta c’era il mare. Gli Appennini si sono formati tra il Giurassico e il Cretaceo per l’allontanamento e poi riavvicinamento delle zolle africane ed europee. Dopo il tramonto, le onde sinuose dell’antico Oceano Liguro-Piemontese pietrificate nel profilo delle montagne, riemergono nei toni blu notte. E sembra di stare immerso in un mare in cui respirare odore di foglie bagnate verde scuro. Restano gli isolati picchi ofiolitici, relitti vulcanici scuri come pelle di serpente. In cima, piccoli paesini sparsi, maestosi castelli, rovine, immagini a metà. In inverno, la canonica e la chiesa medievale di San Leonardo diventano veliero di pietra che solca la nebbia.

Genius loci

Leggende, superstizioni, miti, fantasmi

È l’invisibile che alimenta l’immaginario. La natura viva è presenza costante e incontrastata della valle. Ogni sasso, ruscello, albero, rudere è intriso di racconti. Fantasmi di innamorati, spiriti dispettosi, folletti, piante magiche, tesori sepolti, maghi e alchimisti. Le storie fantastiche si mescolano a quelle dei popoli che abitavano la valle. Liguri, romani, bizantini, longobardi, principi, fanti, dame, villani. Contile è crocevia di sentieri millenari, rotte di pellegrini, ma è anche campo di battaglia, terreno di assalti e bombardamenti. La natura è memoria creatrice. Impasta storie fantastiche e racconti reali, inventa forme nuove nel cuore di chi sa ascoltare. Francesco Zanetti era uno di questi.

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